26/09/2010
Original Version: تزايد التوتر بين السنة والشيعة بدول الخليج… ومحاولات لاحتوائه
Le ultime settimane hanno registrato un crescendo di tensioni a sfondo confessionale nel Golfo, dove in paesi come il Kuwait e il Bahrein si stanno moltiplicando i provvedimenti contro esponenti o partiti sciiti, ed in alcuni casi si registra un inasprimento della retorica antisunnita da parte di questi ultimi
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E’ salita ultimamente la tensione tra sciiti e sunniti nei paesi del Golfo, sullo sfondo delle dichiarazioni di un religioso sciita kuwaitiano che ha rivolto calunnie ed ingiurie alla madre dei credenti, Aisha (figlia del primo califfo, Abu Bakr, e terza moglie del Profeta Maometto (N.d.T.) ). A queste dichiarazioni è seguita la decisione del consiglio dei ministri kuwaitiano di privarlo della sua nazionalità.
A ciò si aggiunge l’aumento di tensione nel regno del Bahrein, dove si è arrivati a revocare la nazionalità del regno al rappresentante dell’Ayatollah al-Sistani. Tale decisione era stata a sua volta preceduta da richieste sciite di secessione provenienti dal regno saudita.
Tutto questo all’ombra dell’escalation occidentale con l’Iran, e delle accuse rivolte agli sciiti del Golfo di essere una potenziale quinta colonna dell’Iran, nell’ipotesi in cui dovesse divampare un conflitto nella regione a causa del programma nucleare iraniano – come ritengono gli osservatori.
Lunedì scorso, il consiglio dei ministri kuwaitiano ha ritirato la nazionalità al religioso sciita dissidente Yasser al-Habib, e l’agenzia d’informazione kuwaitiana “Kuna” ha riferito la notizia che nella sua riunione settimanale il consiglio dei ministri aveva approvato un disegno di legge per privare della nazionalità al-Habib, con l’accusa di “ingiuria ai simboli della religione, tentativo di diffondere il conflitto e la discordia nella società kuwaitiana, e incitamento al fanatismo settario”.
Il ministro incaricato degli affari del consiglio dei ministri, Roudan Abdulaziz Roudan, ha dichiarato che, alla luce degli orientamenti del Consiglio in merito alla questione riguardante fino a che punto al-Habib meritasse l’onore della nazionalità kuwaitiana, in base alla legge del 1959 su questa materia, e in conformità a ciò che richiedono gli interessi del paese, il Consiglio ha approvato un disegno di legge per revocare la nazionalità kuwaitiana ad al-Habib.
Egli ha inoltre indicato che sono state emesse “numerose sentenze giuridiche contro al-Habib, comprendenti l’ingiuria ai simboli della religione, la lesione dell’interesse nazionale e dell’ordine sociale del paese, e la diffusione dell’odio e dello spirito di discordia tre le componenti della società”. Egli ha anche attirato l’attenzione relativamente ai provvedimenti presi “riguardo alla comunicazione a livello arabo ed internazionale delle sentenze appena ricordate, in base alla richiesta della procura generale; al coinvolgimento dell’Interpol a questo proposito; ed al divieto a rinnovare il passaporto di al-Habib”.
Il consiglio dei ministri kuwaitiano ha incaricato le autorità competenti di adottare le misure necessarie per perseguire giuridicamente al-Habib, affinché renda conto delle sue azioni.
Yasser al-Habib aveva rilasciato dichiarazioni infamanti sulla figura di Aisha, moglie del profeta Maometto, e organizzato una festa, durante il mese di Ramadan, per celebrare la morte della madre dei credenti, Aisha figlia di Abu Bakr. L’aveva inoltre descritta come nemica di Dio e del Profeta accusandola di essere responsabile della morte dell’inviato di Dio, e di essere sottoposta al tormento del fuoco ed a mangiare carogne, essendo appesa per le gambe e mangiando la carne del suo stesso corpo.
Nel Bahrein, le autorità hanno annunciato domenica scorsa di aver revocato la nazionalità a un importante religioso sciita, lo Sheikh Hussein al-Najati, a sua moglie ed ai suoi tre figli. Questo provvedimento è giunto poche ore dopo la proibizione da parte delle autorità di Manama, rivolta nei confronti di un altro religioso sciita, lo Sheikh Abdul Jalil al-Miqdad, di pronunciare il sermone del venerdì per due settimane.
La Direzione Generale per la Migrazione e i Passaporti ha dichiarato che la decisione di revocare la nazionalità ad al-Najati e alla sua famiglia è stata presa dopo un controllo di routine. Il sottosegretario del ministero dell’interno per le questioni legate alla nazionalità, ai passaporti e alla residenza, lo Sheikh Rashid bin Khalifa Al Khalifa, ha affermato in un comunicato che il controllo aveva mostrato che al-Najati e la sua famiglia avevano ottenuto il passaporto del Bahrein “in maniera non conforme alle norme che regolano la nazionalità e i passaporti”.
Nel frattempo, l’Autorità del Bahrein per l’Informazione aveva annunciato lunedì il ritiro delle autorizzazioni concesse alle pubblicazioni di numerose associazioni politiche, accusate di aver trasgredito la legge vigente in materia. Due note associazioni di opposizione hanno confermato che la decisione colpiva anche le loro pubblicazioni ed hanno invitato l’Autorità per l’Informazione a ritirare il provvedimento.
Non è stato specificato quali siano le associazioni interessate dalla decisione, tuttavia l’Associazione Islamica della Concordia Nazionale – una delle principali correnti sciite del paese – e l’Associazione dell’Azione Nazionale Democratica, hanno dichiarato di aver ricevuto dall’Autorità per l’Informazione l’ingiunzione di fermare le loro pubblicazioni, ed hanno affermato di considerare questa decisione “squisitamente politica”, e di ritenere che essa rappresenti un regresso nel campo della libertà d’espressione.
In precedenza il dotto sciita saudita, Sheikh Nimr al-Nimr, aveva esortato la regione petrolifera orientale dell’Arabia Saudita – nella quale vivono la maggior parte degli sciiti sauditi – a separarsi dalle rimanenti parti del regno “per proteggere l’onore e la libertà dei suoi abitanti, e mettere fine alle discriminazioni settarie”.
Le dichiarazioni dello Shaykh al-Nimr erano coincise con quelle di alcuni oppositori sciiti residenti all’estero, ed erano state precedute dall’appello lanciato da un alto responsabile iraniano a considerare il Bahrein come la quattordicesima provincia dell’Iran. Quest’appello iraniano aveva suscitato irritazione in numerosi paesi arabi.
Alcuni osservatori ritengono che queste tensioni registratesi nella regione del Golfo rientrino nell’ambito dell’escalation occidentale contro l’Iran, alla luce delle notizie occidentali che parlano di un tentativo iraniano di entrare in possesso di armi atomiche.
Ahmad el-Masri
lunedì 27 settembre 2010
Sunniti e sciiti nei paesi del Golfo
via medarabnews.com
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