Il nuovo Iraq è analfabeta
di Ornella Sangiovanni
Osservatorio Iraq, 17 settembre 2010Un iracheno su cinque, nella fascia di età compresa fra 10 e 49 anni, non sa né leggere né scrivere.
Questo il dato che emerge da uno studio delle Nazioni Unite [pdf] sull’analfabetismo appena pubblicato, che mostra che fra le donne la sua percentuale è oltre il doppio di quella degli uomini: il 24% contro l’11 per cento.
Notevole la disparità anche fra le zone urbane e quelle rurali del Paese: in queste ultime l’analfabetismo è al 25%, mentre nelle città è il 14 per cento.
Nelle zone rurali inoltre il divario fra uomini e donne è ancora più ampio. Come dimostrano test funzionali fatti fra i giovani. Nella fascia di età che va dai 15 ai 24 anni, meno del 50% delle donne risulta alfabetizzato, mentre nelle aree urbane si arriva al 72-80 per cento.
Anche per quanto riguarda la distribuzione geografica esistono differenze significative.
I tassi di analfabetismo più bassi si registrano a Diyala, Baghdad, e Kirkuk, mentre i più alti, secondo le stime, si trovano sia nel nord kurdo (province di Dohuk e Sulaimaniya) che nel sud sciita – a Muthanna, Maysan, e Qadissiya, che non a caso sono fra le province irachene più povere.
Chi è analfabeta è svantaggiato
L’Unità di informazioni e analisi inter-agenzie delle Nazioni Unite (IAU), che ha preparato lo studio, sottolinea infatti che i tassi di alfabetizzazione hanno un impatto determinante su tutti gli aspetti della vita: occupazione, salute, partecipazione alla vita pubblica, e attitudini sociali.In sostanza, chi è analfabeta è svantaggiato: e le famiglie il cui capofamiglia non sa leggere né scrivere hanno più probabilità di vivere in condizioni di privazione (senz’acqua, fognature, cibo a sufficienza, elettricità, e servizi).
Per quanto riguarda le madri, laddove queste sono analfabete c’è un’incidenza maggiore di malattie.
Ma l’impatto dell’analfabetismo si fa sentire anche per quanto riguarda le attitudini sociali e la partecipazione alla vita pubblica. Fra i giovani, in particolare, dice lo studio, quelli che non sanno leggere e scrivere hanno molta più difficoltà a far sentire la propria voce nelle istituzioni politiche e sociali.
Particolarmente grave è il problema dell’abbandono scolastico.
Abbandono scolastico
I dati dell’IAU mostrano che il 19% (circa un quinto) dei ragazzi di età compresa fra 10 e 14 anni attualmente non va a scuola.
Scuola che, tuttavia, da sola non garantisce l’alfabetizzazione. Fra le donne di età compresa fra 15 e 24 anni che si dice abbiano ricevuto un’istruzione elementare, solo il 55% è risultato in grado di leggere e scrivere.
Tra i fattori che portano all’analfabetismo, lo studio delle agenzie dell’Onu (al quale ha contribuito anche il governo iracheno) ha identificato l’assenza di una strategia nazionale globale, i fondi insufficienti per programmi di alfabetizzazione, nonché una struttura amministrativa inefficiente a livello centrale, provinciale, e della comunità per lottare contro il fenomeno.
Viene inoltre sottolineata la mancanza di coordinamento fra il governo, la società civile, le organizzazioni non governative, e il settore privato.
Baghdad: situazione economica difficile e degrado degli standard di vita
Le autorità irachene concordano con i risultati dello studio.
Il ministero dell’Istruzione dice [in arabo] di non essere in possesso di statistiche precise sull’analfabetismo, ma presume che la sua percentuale si avvicini ai dati forniti dalle agenzie delle Nazioni Unite.
Dall’Organizzazione centrale per la Statistica e le Tecnologie dell’informazione (COSIT), che fa capo al ministero della Pianificazione, forniscono dati, apparentemente aggiornati, sull’abbandono scolastico.
Il portavoce ufficiale, Abdel Zahra al Hendawi, riferisce [in arabo] al quotidiano arabo al Sharq al Awsat che nella fascia di età che va dai 6 ai 24 anni si è arrivati al 55%, mentre fra i bambini di 6 anni è addirittura il 59 per cento.
Il funzionario iracheno spiega che esiste un collegamento diretto con le difficili condizioni economiche che sta attraversando l’Iraq, e con il deteriorarsi degli standard di vita – che spingono molti studenti a rinviare i loro studi o ad abbandonarli per mettersi a lavorare.
E pensare che nel 1979 l’Iraq aveva ricevuto un premio dell’UNESCO per l’eliminazione dell’analfabetismo.
Anche se, nel 1997, già si registrava una percentuale elevata: il 42 per cento – il prezzo delle guerre e delle sanzioni economiche imposte nell’agosto 1990 a seguito dell’invasione del Kuwait.
Ma è chiaro che la situazione non mostra segni di miglioramento.
Fonti: United Nations Inter-Agency Information and Analysis Unit, al Hayat, al Sharq al Awsat
martedì 21 settembre 2010
L'Iraq non studia più
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