La Corte europea dei diritti dell'Uomo ha stabilito che la Turchia dovrà pagare 105mila euro alla famiglia di Hrant Dink, il giornalista turco-armeno ucciso a Istanbul nel gennaio 2007, e dovrà sostenere le spese processuali per 28.595 euro.
L'accusa con cui la famiglia di Dink ha portato Ankara sul banco degli imputati, spiega il quotidiano Hurriyet, è quella di non aver garantito al giornalista una protezione adeguata, nonostante i numerosi segnali di un piano per ucciderlo.
La Turchia, secondo la Corte di Strasburgo è anche responsabile per aver violato la libertà di espressione di Dink. Il giornalista, direttore della rivista Agos, è stato ucciso davanti alla sua redazione da un minorenne ultranazionalista, Ogun Samast, ma si sospetta che il giovane sia stato la longa manus di altri esponenti politici del Paese.
Dink aveva sostenuto la tesi del genocidio armeno che gli era costata un processo con l'accusa di offesa all'identità turca. Il giornalista si era rivolto alla Corte europea e dopo la sua morte il caso è stato unificato a quello sollevato successivamente dalla famiglia.
Al momento dell'arresto dell'assasino, fece scalpore la notizia che alcuni poliziotti si erano fatti ritrarre con il giovane, come se fosse un eroe nazionale.
mercoledì 15 settembre 2010
In nome di Hrant Dink
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