venerdì 10 settembre 2010

Dittatori e bombe atomiche

Bashir ritrova l’equilibrio di potere e lancia la sfida nucleare

di Antonella Napoli
Continua l'escalation di Bashir, presidente del Sudan, che si dimostra totalmente indifferente davanti alla violenza che distrugge il suo paese. Una corsa al nucleare e una possibile simbiosi con l'Iran sono la soluzione?

Mentre Omar Hassan al Bashir, presidente sudanese su cui pende un ordine di arresto per genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità, continua a visitare indisturbato Stati africani e annuncia che nel suo Paese è iniziata la corsa al nucleare, la tensione interna in vista del referendum per l'indipendenza del Sud Sudan, previsto nel 2011, è sempre più alta.

Gli scontri tra fazioni contrapposte nel meridione e gli attacchi dell'esercito di Khartoum alle roccaforti dei ribelli in Darfur, non si fermano. Nelle ultime settimane sarebbero state centinaia le vittime tra i guerriglieri ma anche tra i civili che si riversano in massa nei campi profughi, ormai stracolmi.

Incurante dell'aggravamento della crisi umanitaria, Bashir prosegue con la sua linea dura nei confronti delle organizzazioni non governative e quella parte di comunità internazionale che ritiene ostile. Né le polemiche suscitate dal viaggio in Kenya, dove ha presenziato - invitato - alla cerimonia per la nuova Costituzione, né le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Barack Obama che ha criticato il governo keniota per non aver onorato il suo impegno di fronte alla Corte Penale Internazionale eseguendo il mandato di cattura - come il Ciad che ha ospitato lo scomodo vicino lo scorso luglio- hanno scalfito il presidente sudanese che ha ritrovato l'equilibrio di potere che sembrava gli stesse franando inesorabilmente sotto i piedi.

Forte di questo consenso, reale o forzato che sia, Bashir rilancia la sua politica di 'attacco' senza curarsi di essere ancora annoverato nell'elenco made in Usa dei 'paesi canaglia' e proclama che il Sudan sarà presto una potenza nucleare. I suoi ingegneri stanno già lavorando per progettare un reattore atomico e la prima centrale per produrre energia sarà inaugurata entro il 2020.

Il Sudan come l'Iran, dunque. E non è certo un caso che Khartoum abbia stretti legami economici e politici con Teheran, al centro di un'aspra disputa con gli Stati Uniti e alcuni loro alleati sul suo programma nucleare.

Se il rischio di una potenziale arma devastante nelle mani dell'ex generale desta non pochi allarmi, la preoccupazione di un'escalation di violenze che possa trasformarsi in una nuova guerra civile ha già animato una mobilitazione internazionale diretta a scongiurare la ripresa di un conflitto su larga scala.

Le notizie di attacchi e scontri sono continue. L'ultimo episodio di pochi giorni fa. Un gruppo paramilitare ha attaccato alcuni villaggi in un'area sotto il controllo del Sudan Liberation Movement uccidendo decine di uomini. I ribelli hanno accusato l'esercito sudanese di aver lanciato l'attacco su Tarabat, Maral e Hashaba, con truppe, regolari e non, a bordo di Land Cruiser e mezzi aerei trucidando 54 persone e ferendone 172, per lo più civili.

La settimana precedente erano state le organizzazioni umanitarie a denunciare bombardamenti sulla cittadina di Tawila, nel Darfur settentrionale, che hanno colpito un mercato che serviva più di 40 villaggi circostanti.

Anche l'Unamid, la missione di peacekeeping Onu-Ua dispiegata in Darfur, ha diffuso notizie per nulla rassicuranti. Sei persone  morte e una ventina intossicate il bilancio di un incendio appiccato nel campo profughi di Hamidiya, a Zalingei, nel Darfur Occidentale mentre altre decine sono state massacrate in un attacco di un gruppo di uomini armati contro alcuni accampamenti a 45 chilometri a ovest di El Fasher.

Il governo sudanese nega ogni coinvolgimento del suo esercito negli scontri a fuoco, ripresi con intensità dopo l’abbandono delle trattative da parte dei due tra i principali gruppi che si contrappongono a Bashir, l'Sla e il Jem. Colloqui che, per il momento, sembrano ben lontani dall'essere ripresi con convinzione ed efficacia.

(9/09/2010)

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